venerdì 19 aprile 2013

Spesa gratis in cambio di lavoro



In Italia la percentuale di povertà negli ultimi anni è aumentata e molte persone non sanno proprio come fare per arrivare a fine mese. Ma contro questo dato sempre più dilagante, arriva una nuova esperienza all’insegna della solidarietà e del bene comune. A Modena a maggio aprirà l’Emporio Portobello, dove potranno entrare solo persone con difficoltà economiche. Circa 450 famiglie, questi i numeri che stimano i responsabili del Centro per il Volontariato del capoluogo emiliano, che hanno avviato l’iniziativa in collaborazione con vari enti, tra cui l’assessorato alle politiche sociali del comune.
«Verranno classificate le famiglie in base alla condizione economica, alla disoccupazione e al numero dei figli - afferma Angelo Morselli, presidente del Centro Volontario di Modena - e a ognuna verrà riconosciuto un punteggio che verrà caricato ogni mese su una tessera magnetica. Queste famiglie potranno accedere all’emporio e fare la spesa. La differenza con i normali supermercati e che quando si arriva alla cassa, i prodotti vengono passati in maniera uguale sul lettore a barre, ma invece di pagare col bancomat, si utilizzerà la tessera magnetica che scalerà i punti».

Oltre al requisito economico, gli ideatori del progetto chiedono altre due cose: la disponibilità a cambiare il proprio stile di vita facendolo diventare più responsabile e sostenibile, e la volontà a prestare la propria opera, una volta a settimana (anche in modalità part-time), per compiere lavori all’interno della struttura. In questo modo, i clienti, si sentiranno pienamente coinvolti nel percorso di uscita dalla situazione (economica) di disagio. La partecipazione al progetto avrà una durata massima per famiglia pari a due anni. Trascorso tale termine, ovvero se durante il biennio stesso le condizioni economiche del nucleo familiare dovessero migliorare, il beneficio sarà sospeso per consentire ad un’altra famiglia di poter essere inclusa nel progetto.
La missione del centro sarà quindi quella di fungere da valido punto di riferimento per tutti i disoccupati che vorranno prestare la propria attività lavorativa nel centro, essendo pagati con generi alimentari per far fronte alle primarie necessità di sussistenza.

Lorenzo Russo


mercoledì 3 aprile 2013

Oggi offro io. Un ricettario contro la crisi






Quante volte abbiamo sentito al bar o al ristorante questa frase: «Oggi offro io!». In tempi di crisi, a dir la verità, sempre meno. È calato drasticamente anche il semplice consumo di caffè al bar, dove a turno si pagava o si poteva arrivare alla cassa e scoprire che la consumazione era già stata saldata da un amico o conoscente. Un atto positivo, ma che non esprime in sé una profondità di relazioni. E oggi, proprio per evitare di pagare un caffè ad altri, al bar si cerca di non entrarci nemmeno. La crisi, però, non è solo economica, ma di relazioni umane sempre più sfilacciate, veloci, liquide. Non occorre molto, non servono soldi, non è una perdita di tempo investire in un saluto ben fatto che denota attenzione gratuita ad una persona fino a poter generare uno scambio di frasi, un condividere il proprio vissuto su: famiglia, lavoro e salute. La noia, l’infelicità, la solitudine della vita deriva dalle povertà relazionali, a partire dai rapporti più ravvicinati. Dedicare tempo alla famiglia, agli amici, a se stessi, agli altri è la cura contro i legami fragili, frettolosi, fugaci. «La felicità di una persona‒ scrive Tibor Scitovsky in Joyless Economy ‒ dipende dalla sua relazione con la felicità dei vicini di casa». La felicità, dunque, si annida nel cuore dei rapporti umani. Lo sa bene la Caritas che con la campagna Oggi offro io vuole trovare attraverso le relazioni umane le giuste soluzioni per aiutare le persone in difficoltà. Solo a Roma ogni anno, in media, si sprecano 42 chili di alimenti a testa per una spesa di 117 euro. Nelle nostre città vive un popolo silenzioso, a volte visibile, più spesso invisibile, di anziani soli, disoccupati, famiglie indebitate, povere e sfiduciate, giovani fragili che cercano un pasto nelle mense e negli empori della Caritas che distribuiscono cibo e occasioni di dialogo. All’indirizzo www.caritasroma.it/2013/03/un-ricettario-contro-gli-sprechi/ si può scaricare un ricettario contenente alcune proposte culinarie curate dal noto chef Paolo Cacciani con tante idee per riutilizzare il pane avanzato. Si va dagli antipasti con i funghi ripieni ai canederli allo speck in brodo, dagli involtini di scarola fino alla torta di pane avanzato. Utilizzare al meglio ciò che si compra è già un modo di investire bene le proprie risorse. Se, poi, si dona quanto risparmiato per i più poveri, vuol dire «impegnarsi ‒ diceva Giovanni Paolo II ‒ per il bene comune, perché tutti siamo responsabili di tutti».