venerdì 27 luglio 2012

Tutti al mare


Uno stabilimento balneare gestito dalla Caritas. Un’opportunità per fare vacanze abbordabili

Bucatini alla pescatora. Spiedini di pesce con patate fritte. Vino bianco e acqua. Menu fisso a prezzi calmierati. Siamo in riva al mare, a Ostia. La cena è ottima e la qualità è garantita da due giovani cuochi, diplomati dell’istituto alberghiero e con delle precedenti esperienze lavorative. Largo, dunque, a due nuove promesse.
Le cene solidali sono l’ultima trovata dello stabilimento balneare L’arca il cui ricavato contribuisce a finanziare le innumerevoli opere sociali della Caritas. Per prenotazioni visitare il sito www.larcaostia.org.
L’arca è una delle più originali iniziative della Caritas della diocesi di Roma che, nel 2004, ha rilevato uno stabilimento balneare per permettere a tutti una vacanza accessibile. «Tutti al mare», cantava la romana Gabriella Ferri. «L’idea di fondo è incrociare le attività ludiche ‒ ci spiega Gennaro Di Cicco, responsabile della Caritas di Roma per la raccolta di fondi e donazioni ‒ di anziani e bambini per far tesoro della memoria dei più grandi e della gioia portata dai più piccoli».
C’è, ovviamente, un corrispettivo da pagare, anche se a prezzi accessibili, ma solo per chi se lo può permettere. Per gli altri, appunto, tutti al mare. Per centinaia di bambini bielorussi è addirittura la prima volta. «È straziante ‒ racconta Di Cicco ‒ vedere dei ragazzi e delle ragazze che per la prima volta vedono il mare, hanno paura, perfino, di toccare l’acqua». All’Arca entrano e pranzano gratuitamente. Alla vacanza ci pensa don Armando Nardini, un eroico novantenne sacerdote romano che, da anni, spende tutta la sua pensione per organizzare e pagare il viaggio a bambini della Bielorussia abbandonati negli orfanatrofi. Ma L’arca è aperta a tutti e tante famiglie che incontrano questi bambini poi, d’inverno, li ospitano a casa propria.
Storie di reciprocità. Come i duemila volontari, tutti giovani, 30 al giorno, che decidono di passare parte delle loro vacanze nell’animazione e gestione dello stabilimento. A novembre di ogni anno la quota necessaria è già raggiunta. Le attività ludiche con gli anziani provenienti da diverse città e parrocchie, abbattono molti muri. Gli anziani non si sentono più «agli arresti domiciliari» nei loro appartamenti. Ritrovano le relazioni, la voglia di parlare, giocare e ballare. I giovani volontari liberano le capacità di dare, di spendersi, di ascoltare i luoghi della memoria e le esperienze vissute di chi ha già compiuto un bel tratto di cammino. Il saldo tra il dare e l’avere è così sempre positivo.
Non mancano le criticità e, quando arrivano gruppi di anziani, è possibile assistere ad una vera e propria corsa affannosa per accaparrarsi gli ombrelloni e le sdraio fronte mare, con tanto di cadute. «Per questo motivo ‒ spiega di Cicco ‒ abbiamo predisposto una turnazione dei posti. Il fatto è che quando una persona respira i valori culturali ispirati all’ascolto, all’accoglienza, alla tolleranza, al dono e alla solidarietà, in qualche modo, il malessere fisico e persino le vacanze al mare passano in secondo piano. Resta la voglia di relazione e di vivere. Non è raro alle 14, dopo pranzo, trovare alcuni anziani pronti sulla pista da ballo per cominciare a volteggiare e i giovani volontari stremati dal caldo e la digestione».
I ricavi dell’Arca finanziano, tra l’altro, anche un emporio, un supermercato gratuito per famiglie che non arrivano a fine mese. Sono duemila persone. Una goccia nel mare per un bacino d’utenza molto più ampio. «C’è la provvidenza ‒ conclude Di Cicco ‒ ma c’è molto da fare».

giovedì 19 luglio 2012

Rilanciare la bici


Muoversi senza auto in città dovrebbe essere un diritto soprattutto in tempi di crisi, proprio quando sono in aumento l’uso dei mezzi pubblici e i costi del trasporto urbano ed extraurbano. Non sarebbe conveniente per tutti favorire delle politiche per una mobilità sostenibile a favore della bici? Perché in nessuno dei parcheggi per le macchine nelle stazioni della metropolitana è possibile lasciare in sicurezza la propria bici? Non è un costo elevato predisporre delle rastrelliere e delle aree dove sia possibile parcheggiare la bici. Addirittura in alcune gallerie sotterranee interne si potrebbero trovare degli spazi idonei dove lasciarle. L’importante è che siano in luoghi non isolati perché i veicoli vengono rubati frequentemente anche nei parcheggi delle stazioni dei treni. Nelle grandi città anche brevi tragitti per raggiungere la stazione della metropolitana più vicina a casa potrebbero essere così percorsi sulle due ruote.
Sono molteplici i vantaggi. Innanzitutto di tempo. Per fare pochi chilometri in un’area metropolitana con il trasporto pubblico per raggiungere la fermata della metro più vicina si impiega anche mezz’ora, in bici la metà. Sarebbe, in ogni caso, un’opzione aggiuntiva di mobilità. Inoltre si ridurrebbe il traffico, si avrebbero benefici sulla salute, riduzione di emissioni di anidride carbonica, e si fornirebbe un’immagine positiva della città.

Anche il bike sharing, la possibilità di prendere in affitto una bici dal Comune, è così riuscito e diffuso in grandi città europee come Londra e Parigi, eppure Roma non solo non decolla, ma di fatto è stato affossato per biechi interessi di bottega, per non dire di peggio. La proposta di passare dalle 29 stazioni di bike sharing esistenti a 80 si scontra con gli interessi delle lobby degli impianti pubblicitari, i cartelloni che ingombrano le strade, che andrebbero drasticamente ridotti per fare spazio alle nuove stazioni di bike sharing. Ma che nessuno osa rimuovere. Le amministrazioni pubbliche dovrebbero rilanciare il sistema del bike sharing valutando, come è successo a Roma, che bassa densità di stazioni di prelievo e di consegna, tendono a far fallire l’intero sistema. Il servizio diventa attraente, secondo uno studio di Legambiente, quando «è più denso, garantisce una maggiore disponibilità di biciclette, e un’operatività più estesa».

lunedì 2 luglio 2012

La scossa 2


Tra telefonate inopportune, tariffa bioraria o monoraria. Come orientarsi nell’energia elettrica per risparmiare?

Si saranno passate il mio contatto telefonico tra le varie compagnie elettriche? Non so spiegarmi come mai ogni sera tra le 8 e le 9 ricevo una telefonata nociva per la salute, la digestione e il sistema nervoso. Normalmente sono a casa, giustamente stanco e a cena. Sono chiamate delle aziende elettriche. E sono insistenti. Le riconosco dai prefissi telefonici più impensati che appaiono sul display. Sono i vari call center disseminati per l’Italia per i cui operatori provo una vera pietas. Sono, infatti, tra i veri schiavi della post modernità. Ognuno chiede di prendere l’ultima bolletta mentre sto cenando, confrontare i prezzi e aderire ad una fantastica offerta in esclusiva che sta per terminare in pochi secondi.
Sono aziende come Acea, Eni, Sorgenia, Edison. Cosa offrono? La tariffa monoraria. Come tutti sappiamo, dal 2010 si è passati alla tariffa bioraria che prevede che l’energia elettrica si paghi di più dalle 8 alle 19 dal lunedì al venerdì e si paghi di meno dalle 19 alle 8 del mattino dei giorni feriali e nei giorni festivi. La tariffa bioraria è vantaggiosa per chi riesce a concentrare i due terzi, circa il 67 per cento, dei propri consumi nella fascia più economica. Al contrario, chi consuma più del 33 per cento di energia elettrica nelle ore di punta sostiene costi maggiori.
Cosa è successo nel frattempo? Milioni di famiglie si sono spostate sulla bioraria usando la fascia più conveniente. Contemporaneamente la forte crescita delle energie rinnovabili (sole, vento) ha prodotto una maggiore offerta e produzione nelle ore diurne ed ha causato un maggior costo dell’energia nelle centrali alimentate a gas nella fascia serale e notturna, perché nella fascia diurna spesso devono restare spenti per dare la precedenza alla produzione dell’energia solare ed eolica.
La conseguenza è stata che il prezzo medio nel 2011 è risultato quasi uguale alle 12 del mattino e alle 23 di sera. Di fatto, per risparmiare, conviene usare gli elettrodomestici dopo le 23, meglio ancora dopo le 4 del mattino fino alle 8. A quel punto, conviene passare alla monoraria.
Per cui ho capito perché i call center chiamano. E, secondo Il salvagente, il quotidiano online dei consumatori, l’operazione «puzza di cartello». Per capire quale può essere la tariffa più adatta ai vostri consumi si può consultare il “Trova offerte” sul sito www.autorita.energia.it predisposto dall’Autorità per l’energia.

La scossa 1


 A seguito del regime di liberalizzazione introdotto dall’Unione Europea, in Italia dal 2004 tutti i cittadini hanno diritto di scegliere in libertà il fornitore di gas, e dal 2007 quello dell’energia elettrica.
Passano gli anni, ma sono ancora molti i cittadini alle prese con la scarsa conoscenza e la diffidenza nei confronti del mercato libero dell’energia. Sarà davvero conveniente? Come scelgo? Ci saranno disservizi. Mi tenderanno un imbroglio?
Come detto, la possibilità di scegliere tra le diverse e competitive offerte di fornitura di elettrica e del gas è la grande novità introdotta con la liberalizzazione del settore energetico. Si tratta di un’opportunità senza precedenti che può essere colta al meglio solo se disponiamo di tutte le informazioni necessarie per individuare l’opzione più congeniale alle nostre esigenze.
Per esercitare una scelta realmente cosciente è necessario avere effettiva consapevolezza dei nostri consumi ed essere bene informati sulle voci principali che compongono le bollette della luce e del gas. Occorre un piccolo sforzo di analisi delle nostre abitudini “energetiche” per capire meglio il da farsi.
È molto importante conoscere bene i nostri diritti, che iniziano prima ancora di firmare il contratto, e che si estendono a tutti gli aspetti del rapporto. Per esempio, conoscere le diverse forme di tutela attualmente esistenti ci aiuta a far valere le nostre ragioni in caso di mancato rispetto degli standard di qualità relativi all’erogazione dei servizi. Ad esempio sentiamo le Associazioni di consumatori e facciamo una scelta perché ogni scelta è sicuramente responsabilità, ma forse anche….risparmio

Paolo De Maina

Sconti sul roaming


Altra bella novità dell'estate è che dal 1° luglio costa meno anche l'uso del telefonino all'estero. E' una buona notizia per i vacanzieri che si possono permettere una vacanza abroad.

I costi, ora, non possono superare i 29 centesimo al minuto, Iva esclusa, per chiamare dall'estero. Per le chiamate ricevute si paga 8 centesimi al minuto più la solita Iva not included che cambia percentuale a seconda del Paese di residenza. Un sms costa 9 centesimi. Scaricare dati in roaming costa 70 centesimo al megabyte e nel 2014 calerà a 20 centesimi per una diminuzione complessiva del 90 per cento rispetto ai prezzi correnti.

Un pop up o un sms avviserà in modo automatico se avete superato la soglia dei 50 euro o al propriom limite preventivato per scaricare dati. Sarete liberi di rispondere se andare avanti o fermarsi lì.

La Esso al contrattacco

In questa fantastica guerra al ribasso nelle stazioni di servizio Esso self più questo fine settimana record di sconti. Si è arrivati anche a 1,39 per il diesel e 1,55 per la benzina, come ci cinforma il Quotidiano Energia. Personalmente ho incrociato un distributore Esso con il diesel a 1,43 dove non sono riuscito a fermarmi ed uno a 1,447 dove con grande soddisfazione ho effettuato la “ricarica” settimanale. La campagna sottocosto avviata da Eni dà, almeno per i consumatori, i suoi frutti. Altre compagnie, come la Q8, si difende con sconti generici e non ben identificabili mentre la Ip, sconta, anche sul servito,  16 centesimi. Altre compagnie come la Total Erg si difendono con sconti mirati in aree ad alta concorrenza, arrivando a sconti fino a 15 centesimi al litro. Infine la Shell si attesta sui meno 10. Gli sconti continuano…