Muoversi senza auto in città dovrebbe essere un diritto
soprattutto in tempi di crisi, proprio quando sono in aumento l’uso dei mezzi
pubblici e i costi del trasporto urbano ed extraurbano. Non sarebbe conveniente
per tutti favorire delle politiche per una mobilità sostenibile a favore della
bici? Perché in nessuno dei parcheggi per le macchine nelle stazioni della
metropolitana è possibile lasciare in sicurezza la propria bici? Non è un costo
elevato predisporre delle rastrelliere e delle aree dove sia possibile
parcheggiare la bici. Addirittura in alcune gallerie sotterranee interne si potrebbero
trovare degli spazi idonei dove lasciarle. L’importante è che siano in luoghi non
isolati perché i veicoli vengono rubati frequentemente anche nei parcheggi
delle stazioni dei treni. Nelle grandi città anche brevi tragitti per
raggiungere la stazione della metropolitana più vicina a casa potrebbero essere
così percorsi sulle due ruote.
Sono molteplici i vantaggi. Innanzitutto di tempo. Per fare
pochi chilometri in un’area metropolitana con il trasporto pubblico per
raggiungere la fermata della metro più vicina si impiega anche mezz’ora, in
bici la metà. Sarebbe, in ogni caso, un’opzione aggiuntiva di mobilità. Inoltre
si ridurrebbe il traffico, si avrebbero benefici sulla salute, riduzione di
emissioni di anidride carbonica, e si fornirebbe un’immagine positiva della
città.
Anche il bike sharing,
la possibilità di prendere in affitto una bici dal Comune, è così riuscito e diffuso
in grandi città europee come Londra e Parigi, eppure Roma non solo non decolla,
ma di fatto è stato affossato per biechi interessi di bottega, per non dire di
peggio. La proposta di passare dalle 29 stazioni di bike sharing esistenti a 80 si scontra con gli interessi delle
lobby degli impianti pubblicitari, i cartelloni che ingombrano le strade, che
andrebbero drasticamente ridotti per fare spazio alle nuove stazioni di bike sharing. Ma che nessuno osa rimuovere.
Le amministrazioni pubbliche dovrebbero rilanciare il sistema del bike sharing valutando, come è successo
a Roma, che bassa densità di stazioni di prelievo e di consegna, tendono a far fallire
l’intero sistema. Il servizio diventa attraente, secondo uno studio di Legambiente,
quando «è più denso, garantisce una maggiore disponibilità di biciclette, e
un’operatività più estesa».
1 commento:
Dopo un anno passato in quel dei Castelli Romani, tornata a Torino ho trovato ad attendermi una bellissima novità: il bike-sharing!
Ho incominciato a lavorare in Torino città e abitando appena fuori Torino fin dalle superiori i bus sono diventati la mia seconda casa.
Però come dici, spesso la mobilità diventa piuttosto lunga ...
Complice il fatto che lavoro in una zona appena fuori dal centro ma servita non molto bene - rispetto al numero di linee e di frequenza a cui si è abituati nello spostamento nel centro - ho deciso di arrivare in ufficio ancora con i mezzi pubblici, ma di provare questa novità almeno per gli spostamenti che faccio quando dopo il lavoro devo raggiungere qualche posto in città, solitamente in centro. Quasi sotto l'ufficio c'è una stazione delle bici, il centro ne è pieno, quindi mi sembrava proprio il modo più idoneo ed efficace.
E' davvero una comodità. Arrivando da fuori non saprei dove parcheggiare una mia eventuale bici, non c'è l'ansia di ritrovare (intatta) la bicicletta al proprio ritorno (ma un po' quella di arrivare alla stazione e non trovare nessuna bici - ma si può risolvere in breve tempo chiamando il numero verde o consultando la app sullo smartphone - o che il sistema di prelievo non funzioni - ma mi è successo una sola volta da settembre a fronte di un utilizzo praticamente settimanale e basta chiamare il numero verde), mi muovo più velocemente... insomma, bike-sharing approvato in pieno, tanto che ho convito altri amici a provarlo (il costo è poi irrisorio - 20 euro all'anno, e la prima mezz'ora di utilizzo è gratuita).
Certo non mancano i problemi.
Certe stazioni finiscono per essere quasi sempre prese d'assalto e subito vuote, forse ci vorrebbe un riciclo delle bici più frequente, per il momento è molto ben servita l'area del centro e limitrofe, ma il resto della città rimane senza bici gialle, spesso si leggono richieste di nuove stazioni; ogni tanto si trovano le bici non funzionanti, un po' danneggiate...sono cose da mettere in conto per un servizio comunque nato da poco.
Ma, anche sentendo tanti altri che usano il bike-sharing, alla fine qui a Torino il bike-sharing è un servizio di cui andiamo abbastanza fieri. Ultimamente sembra che si stia lavorando per allargare il servizio, per cui, meglio di così ... ;-)
Nei miei spostamenti in città, che siano a piedi o siano in bici, noto comunque piacevolmente che il numero di biciclette - private o del bike-sharing - sta aumentando ;-)
ps: non sono stata pagata per dire tutte queste cose, porto la mia esperienza ;-)
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