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domenica 10 aprile 2016

Aprile, mese della bicicletta









Porte aperte alle due ruote. Perché la promozione di mezzi di trasporto ecologici e alternativi passa anche (e soprattutto) attraverso un cambiamento culturale che deve coinvolgere gli adulti e puntare sulle nuove generazioni.

Fino alla fine di aprile la bicicletta sarà protagonista di una serie di eventi promossi dalla biblioteca
Guglielmo Marconi
. Mostre, concorsi fotografici, proiezioni di film, laboratori, animeranno gli spazi di via Cardano 135. Ecco gli appuntamenti in dettaglio. Fino a sabato 16 aprile mostra fotografica “Città in bici”, curata da Fiab-Ruotalibera e dedicata a tutti coloro che aspirano a vivere in una città con meno automobili, più bus e biciclette e a quelli che scelgono la bici per recarsi a scuola o al lavoro.

Lunedì 11 aprile, alle 16,30, nell’ambito della rassegna “Cinema su due ruote”, si potrà assistere alla proiezione del film “La bicicletta verde” oggetto del desiderio di Wadjda, una bambina che vive in Arabia Saudita nella periferia di Riyadh. Venerdì 15 aprile alle 17,30 “Ciclogenitori - La bici e i bambini”, incontro a cura degli psicologi Romano Puglisi e Antonio Schiattone sugli effetti positivi che l’uso quotidiano della bici può avere sullo sviluppo evolutivo dei più piccoli.

E ancora, sabato 16, spazio alla “Ciclofficina” curata da Nicola Epifanio. Da una lezione teorica sulla bicicletta si passa alla pratica in un’officina, allestita in biblioteca, per la manutenzione e le piccole riparazioni.

Il 18 aprile, alle 16,30, sarà la volta del film “Il ragazzo con la bicicletta” per la regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Dal 18 al 29 aprile, con “WowDraisina200”, infine, la possibilità di esplorare il mondo della bicicletta in occasione del suo bicentenario attraverso illustrazioni, abbigliamento e materiali
d’epoca.

“Abbiamo promosso queste iniziative – spiega Alessia Pompei, responsabile delle attività culturali della biblioteca – con la speranza che la bicicletta diventi presto un’alternativa reale all’automobile. In nome di una riscoperta della natura e di un maggiore benessere psicofisico”.




lunedì 12 ottobre 2015

A Parigi in bici conviene

Otto anni fa Parigi è stata la prima città al mondo a lanciare il bike sharing copiato dalle capitali di tutto il mondo. E ora è la prima città a voler pagare 25 centesimi al chilometro a quei cittadini che sceglieranno di andare a lavoro in bicicletta. E' la stessa indennità che, più o meno, versa un'azienda, per il rimborso chilometrico percorso con la macchina. Il 30 novembre comincerà proprio a Parigi l'incontro mondiale sul Clima e la Francia vuol dare il buon esempio con buone pratiche concrete e non con fumose discussioni inconcludenti. Per 5 chilometri al giorno ogni cittadino francese incasserebbe circa 50 euro al mese senza contare il risparmio sulle mancate uscite finanziarie per il costo del carburante, la manutenzione, lo stress. Siamo sicuri, perché già sperimentata per un breve periodo nel 2014, l'iniziativa avrà successo.

giovedì 19 luglio 2012

Rilanciare la bici


Muoversi senza auto in città dovrebbe essere un diritto soprattutto in tempi di crisi, proprio quando sono in aumento l’uso dei mezzi pubblici e i costi del trasporto urbano ed extraurbano. Non sarebbe conveniente per tutti favorire delle politiche per una mobilità sostenibile a favore della bici? Perché in nessuno dei parcheggi per le macchine nelle stazioni della metropolitana è possibile lasciare in sicurezza la propria bici? Non è un costo elevato predisporre delle rastrelliere e delle aree dove sia possibile parcheggiare la bici. Addirittura in alcune gallerie sotterranee interne si potrebbero trovare degli spazi idonei dove lasciarle. L’importante è che siano in luoghi non isolati perché i veicoli vengono rubati frequentemente anche nei parcheggi delle stazioni dei treni. Nelle grandi città anche brevi tragitti per raggiungere la stazione della metropolitana più vicina a casa potrebbero essere così percorsi sulle due ruote.
Sono molteplici i vantaggi. Innanzitutto di tempo. Per fare pochi chilometri in un’area metropolitana con il trasporto pubblico per raggiungere la fermata della metro più vicina si impiega anche mezz’ora, in bici la metà. Sarebbe, in ogni caso, un’opzione aggiuntiva di mobilità. Inoltre si ridurrebbe il traffico, si avrebbero benefici sulla salute, riduzione di emissioni di anidride carbonica, e si fornirebbe un’immagine positiva della città.

Anche il bike sharing, la possibilità di prendere in affitto una bici dal Comune, è così riuscito e diffuso in grandi città europee come Londra e Parigi, eppure Roma non solo non decolla, ma di fatto è stato affossato per biechi interessi di bottega, per non dire di peggio. La proposta di passare dalle 29 stazioni di bike sharing esistenti a 80 si scontra con gli interessi delle lobby degli impianti pubblicitari, i cartelloni che ingombrano le strade, che andrebbero drasticamente ridotti per fare spazio alle nuove stazioni di bike sharing. Ma che nessuno osa rimuovere. Le amministrazioni pubbliche dovrebbero rilanciare il sistema del bike sharing valutando, come è successo a Roma, che bassa densità di stazioni di prelievo e di consegna, tendono a far fallire l’intero sistema. Il servizio diventa attraente, secondo uno studio di Legambiente, quando «è più denso, garantisce una maggiore disponibilità di biciclette, e un’operatività più estesa».