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giovedì 19 febbraio 2015

Diecimila passi



Per uno stile di vita armonioso occorre camminare ogni giorno secondo la filosofia della “spinta dolce”. 
Tra i pochi benefici effetti della crisi economica in corso ormai da anni si notano un cresciuto bisogno di relazioni, che si coglie anche nella comunicazione permanente e globale della Rete, la crescita della solidarietà intergenerazionale all’interno delle famiglie e il mutato approccio ai consumi. Il consumismo non appare più come uno status symbol e un dovere sociale e culturale. La ricerca del benessere personale passa attraverso la ricerca di uno stile di vita più sobrio cercando di armonizzare tutti gli aspetti della vita: lavoro, relazioni sociali, tempo libero, cura della salute, del cibo, dell’abitazione, spazio alla cultura.
Uno degli aspetti più trascurati è sicuramente il riposo. Si dorme poco, male. Un giorno di riposo, una passeggiata, una serata con gli amici possono sembrare, a volte, una perdita di tempo. L’Organizzazione mondiale della sanità consiglia di fare diecimila passi al giorno come garanzia di salute. Cinquemila passi li facciamo senza neanche accorgercene. Per calcolare gli altri basta comprare un contapassi o scaricare gratuitamente una applicazione dal cellulare per avere infinite varietà di dati. Ci sono indicazioni di distanza, velocità, cadenza, battito cardiaco, calorie consumate.
A parte i benefici fisici per problemi metabolici, cardiovascolari, posturali, pressori, allontana il rischio di osteoporosi, di diabete, di ictus e infarto. Ho dovuto provare anch’io e ne ho subito tratto beneficio per la pressione e la prevenzione del diabete. Ma il benessere maggiore è nel senso di rilassamento e nel buon umore che genera creando un circolo virtuoso di non poterne fare a meno: una vera e propria dipendenza positiva. I giorni in cui si cammina sono più felici e sereni.
Anche in questo campo può essere applicata la filosofia dei “piccoli passi” elaborata nel 2008 dall’economista americano Richard Thaler. Per un vero cambiamento è più efficace “una spinta dolce” piuttosto che un’imposizione. Si fa quel che si può e come si può. È una scelta libera, ma ogni giorno si può fare un passo in più, un piccolo miglioramento, graduale, che ci porterà più lontano di un cambio radicale. Inoltre cambiare una sola, piccola abitudine innesca un circolo virtuoso che elimina altre inclinazioni negative. Ogni conversione, insomma, è graduale.

lunedì 2 settembre 2013

Start. Ricominciare.



A settembre riprendono tutte le attività di studio e di lavoro. Come conservare il tesoretto di buonumore conquistato ad agosto?


È uno strano Paese l’Italia. Le ferie, a differenza di altre nazioni, si fanno quasi solo ad agosto, il mese dominante del vuoto civile, del riposo a tutti i costi, delle strade vivibili, del buonumore da ritrovare. Tempo utile anche per riscoprire quelle bellezze artistiche che non si ha, nella propria città, mai tempo di frequentare, magari in bicicletta. Sì perché il tempo e lo stress sono le variabile fondamentali dell’asse cartesiano moderno che non disegna più una linea di confine tra la vita, il tempo libero e il lavoro. Non si ha mai tempo per sé, per riposare bene, per staccarsi dal lavoro, per nutrirsi bene, per curare il proprio corpo, per fare sport, per trovare degli spazi di benessere, con sé e con gli altri. Si vorrebbe che ci fosse un po’ di vacanza ogni mese, ogni settimana, ogni giorno senza essere travolti dalla centrifuga quotidiana di impegni, figli, lavoro e riuscire a prolungare gli effetti benefici oltre il fatidico mese di agosto.

Per ricominciare si potrebbe pensare a programmare per prime le cose a cui mai si pensa: lo sport, il riposo, le prossime vacanze, il tempo dedicato a moglie, figli, amici e a coltivare l’interiorità. In tempi di tagli alle spese per le famiglie dove si compra meno pane e cereali, si rinuncia alle visite mediche, si beve la birra perché meno costosa del vino e i consumi per abbigliamento, giornali, riviste, auto crollano dal 20 al 30 per cento non c’è certo da stare allegri. Ma la riscoperta della cucina povera, di non sprecare più nemmeno il pane, ma di riscaldarlo e riciclarlo, di una semplice passeggiata all’aria aperta, di una buona lettura per arricchire la mente e lo spirito, di una chiacchierata in salotto a tv, tablet, ipad, telefono, computer spenti, sono ingredienti che danno sapore alla vita, sprigionano un retrogusto dolce per le amarezze della giornata e profumano anche le giornate piovose.

L’Italia, si sa, ha ben altri problemi, ma per sopperire allo sconfinamento tra vita e lavoro, in Giappone le aziende e i governi locali devono tenere sotto controllo il giro-vita dei cittadini tra i 40 e i 74 anni, il limite è 85,09 centimetri per gli uomini e 90 per le donne. In Cina, a Pechino, i dipendenti pubblici sono obbligati a fare ginnastica due volte al giorno sul luogo di lavoro. Che la magrezza e la mente sgombra siano uno dei segreti della crescita del Pil e del benessere? Il fatto di avere uno stomaco un po’ più vuoto ci obbliga a riempire la mente di pensieri, iniziative, idee? Non è mai stato dimostrato un legame di causa ed effetto, ma di certo l’Europa è anziana e stanca, l’Asia proiettata verso il futuro. Un motivo ci sarà.

Dal ritorno dalle vacanze converrà programmare il riposo e un paio di gite fuori porta, in un luogo da ricordare, in Italia non ne mancano. Sono emozioni positive che non dissipano il tesoretto di buonumore accumulato in villeggiatura. Permettono l’esposizione ai raggi solari che sono un toccasana perché proteggono la salute del cuore e del cervello, regolando, tra l’altro, il tono dell’umore.

Buonumore che cresce quando una famiglia non è debole nei suoi rapporti interni ma è ricca di affetti e di dialoghi che generano apertura e azioni per gli altri, per il bene comune, in tutti campi: assistenziale, culturale, politico, educativo, sportivo.