venerdì 25 febbraio 2011
Ora ho un G.a.s.
In seguito alla lettura della storia di Paolo Rovea e al suo gruppo di acquisto solidale, la signora Anna di Torino è diventata socia del GAS4YOU, uno dei 6 G.a.s nati da quello originario di Mondovì e ora collegati in rete, coinvolgendo moltissime famiglie e iniziative di cui vi terremo aggiornati. "Sono spesso in dialogo - ci scrive Anna - ed anche in discussione con i miei figli educati da me e mio marito ad uno stile di vita sobrio, ma diseducati dal consumismo"
lunedì 21 febbraio 2011
Caro telefono
Il G.a.s. che fa bene alla salute
Attuare, però, una strategia di prevenzione è più semplice del previsto: riscoprire cibi genuini e adottare la nostra dieta mediterranea. Siamo, infatti, quello che mangiamo. E mangiamo poche fibre, poche verdure e legumi, pochi cereali integrali. I cibi sani, d’altronde, costano cari e sono difficili da trovare. Ci vuole un naso da segugio, tempo e spirito di avventura.
«Nel 2005 – ci racconta il dott. Rovea – insieme ad alcune persone dei Focolari e ad altri amici (tra cui Adriana e Paolo, Claudio e Nadia, Raffaela ed Egidio, Bruno e Betty, Elena e Alberto) abbiamo deciso di fondare un G.a.s., un gruppo di acquisto solidale, ce ne sono centinaia in Italia, da noi chiamato “FamilyGas”, motivati sia dall’aspetto salutistico che solidaristico». Dopo alcune serate formative e informative in cui, dati scientifici alla mano, capiscono che il cibo può essere più pericoloso dello smog, parte un primo piccolo gruppo che comincia dall’acquisto di tre alimenti biologici: riso, olio, frutta e verdura.
«L’alimentazione più adatta – puntualizza il dott. Rovea – dovrebbe essere prevalentemente basata su alimenti di origine vegetale, verdura, frutta, legumi, cereali integrali, ricchi di vitamine e a basso indice glicemico; con meno dolci e carne, meglio pesce o carni bianche di animali di piccola taglia allevati all’aperto». Individuano poi, con verifiche indirette e visite in loco, quei produttori locali di alimenti che garantiscono prodotti biologici e stagionali. E acquistano, in modo consorziato – l’unione fa la forza – in maniera da abbattere il più possibile i costi.
Il punto di partenza non è il risparmio sui cibi acquistati, ma l’amicizia che nasce tra i soci e con i produttori. Sono quei “beni relazionali” che non è possibile acquistare neanche con la più famosa carta di credito e che restituiscono il principio di gratuità nella sfera sociale e pubblica. Da qui la scelta del FamilyGas di Mondovì di acquistare, quando possibile, prodotti collegati all’esperienza dell’Economia di Comunione, alla rete del commercio equo e solidale o provenienti da comunità religiose o cooperative impegnate nel sociale. Per favorire e sostenere quelle iniziative ispirate dal principio di gratuità, che reinvestono parte degli utili per i poveri, per iniziative sociali ed educative. «Il nostro – aggiunge il dottor Rovea – è un gruppo che vuole essere attento, anche se siamo ancora in cammino, alla “esse” dell’acronimo G.a.s.: alla solidarietà, alla sostenibilità delle nostre scelte, alla giustizia nei confronti delle popolazioni deboli del mondo».
In poco tempo al FamilyGas originario si aggiungono oltre 60 famiglie e altri tre gruppi si formano in città vicine, tra cui Torino, per un totale di circa 180 famiglie. I prodotti acquistati sono ora una trentina. Ogni famiglia si occupa di un prodotto, prende le ordinazioni via mail e redige un ordine unico, comprando prodotti di ottima qualità, biologici, al prezzo di normali prodotti. Con ricadute sociali significative. La filiera è corta, dal produttore si arriva direttamente al consumatore. I prodotti sono a “chilometro zero”, cioè si consuma meno carburante possibile che non incide così sul costo, e fa bene ai polmoni del pianeta. Si instaura, dal basso, una catena virtuosa, che preserva la salute dei consumatori e della terra, riduce i costi della Sanità pubblica, aiuta le popolazioni del Terzo mondo acquistando i loro prodotti nelle botteghe del commercio equo e solidale. Inoltre si sostengono gli agricoltori locali, evitando la spada di Damocle delle grandi multinazionali che stanno strozzando l’agricoltura europea.
Con il maturare dell’esperienza e lo scorrere del tempo il FamilyGas di Mondovì scopre che «non di solo pane vive l’uomo» e si apre un mondo prima sconosciuto: per esempio, i detersivi eco-compatibili. Da soli sono incomprabili tanto sono cari. Insieme si può fare. Inoltre, come sperimentato con gli alimenti, si risparmia anche sul confezionamento che genera solo rifiuti, spesso non riciclabili. Il detersivo viene servito “alla spina”, ognuno spilla solo il necessario con contenitori riutilizzabili. E poi: pannolini biodegradabili, calzature ecologiche, l’acqua potabile. In moltissime città d’Italia l’acqua è non solo buona, ma ottima. Il FamilyGas si è attrezzato con “gasatori” casalinghi che trasformano l’acqua potabile in frizzante, con meno spesa e migliaia di bottiglie di plastica risparmiate.
«Un altro aspetto fondamentale – ci spiega Rovea – è quello socio-culturale. Sono decine i temi, a cui tra l’altro le istituzioni pubbliche stanno manifestando grande interesse, che un G.a.s. può maturare. Ruotano attorno alla sobrietà, stili di vita e rispetto ambientale. In apposite serate formative approfondiamo queste tematiche con produttori biologici o altri esperti, per sviluppare un consumo critico, tutelare la salute nostra e dell’ambiente, ed essere informati su nuovi modelli economici più giusti ed equi nei confronti di tutti i popoli del pianeta».
Ciò che attira di questa esperienza è la riproducibilità, la valenza culturale, il grande interesse, trasversale, della gente su questi temi e il valore in più creato dai “beni relazionali”, con ricadute sociali ancora non ben quantificabili. Ma, in fondo, ci sarà un motivo se si dice ancora che «chi trova un amico trova un tesoro?».
Fatevi un G.a.s
Auguri da tutti noi!
Nel post precedente abbiamo riproposto la storia di Paolo Rovea di Mondovì
Caro carburanti
lunedì 14 febbraio 2011
Coloranti da evitare
Merendine fai da te
venerdì 4 febbraio 2011
L'osmosi inversa
Telemarketing, vendita porta a porta, pubblicità martellante. Sembra sia arrivato il tempo dell’osmosi inversa. È un sistema di filtraggio che consente di purificare l’acqua, attraverso una membrana, e di renderla più sana per l’uso alimentare. In commercio esistono ormai molte ditte che installano a domicilio un piccolo apparecchio sotto il lavandino che elimina dall’acqua potabile del rubinetto i sali e i metalli. Ho fatto fare una prova a casa mia e il valore della conducibilità elettrica dell’acqua del sindaco è effettivamente passato da 500 a 30. Rispetto all’acqua minerale comprata in bottiglia si può usare anche per cucinare, perché i cibi assorbono quanto contenuto nell’acqua, e per lavare gli alimenti, frutta e verdura. Quali sono le controindicazioni? Il costo. Non meno di 2 mila euro, si arriva fino a 3 mila con dieci anni di manutenzione compresa. I detrattori dell’osmosi inversa, inoltre, sottolineano che è sì un’acqua più pura, ma non conterrebbe più quasi nessun sale minerale di cui il nostro organismo ha bisogno. La questione è però lunga, complessa e, scientificamente, non risolta. Per cui anche noi la tralasciamo. Dal punto di vista della vita sobria bisogna farsi due conti. Se usate normalmente l’acqua minerale, sicuramente sapete che la media nazionale si aggira sui 195 litri pro capite per anno. Una famiglia con 4 persone al costo di 0,30 euro al litro spenderebbe in un anno circa 234 euro. Per ammortizzare un costo di 3 mila euro ci vogliono quasi 13 anni e 10 mila litri d’acqua. Un po’ troppo anche se sono esclusi dal conteggio i costi dell’acqua potabile perché sono difficilmente quantificabili i litri usati per cucinare e lavare i cibi. Inoltre una cosa è certa, l’acqua potabile del rubinetto contiene mediamente molti più sali e metalli dell’acqua filtrata dall’erogatore ed anche di certe acque minerali, ma resta potabile e periodicamente controllata. L’acqua di casa mia non è eccezionale di sapore, c’è molto cloro e ci sono abbastanza metalli dispersi, ma il costo dell’erogatore è ancora molto elevato. Soprattutto per i bambini ho accettato questo compromesso: compriamo una buona acqua minerale a prezzi contenuti con un ottimo effetto depurativo. E usiamo l’acqua del sindaco per cucinare e lavare i cibi.