lunedì 20 giugno 2011
La bufala delle etichette sul latte
Purtroppo nelle bufale di Internet questa volta ci sono cascato anch'io. Una collega giornalista, di provata professionalità, mi ha passato la notizia come vera e mi sono fidato. Per fortuna Riccardo, un nostro lettore, mi ha informato e mi ha indicato di leggere la rettifica pubblicata nel sito wired.it a cura di Paolo Attivissimo, che, con le dovute scuse, riporto.
"L'appello circola anche in numerosi siti, da Bassanopiù a Infooggi.it (seguita da parziale smentita) al blog di Beppe Grillo (nei commenti). Ma è una bufala, e per di più (a differenza del latte) è riciclata: risale infatti al 2007, quando circolava in italiano dopo essere stata tradotta dallo spagnolo. Infatti il latte non viene affatto riciclato dopo la scadenza e i numeri sulla confezione non indicano il numero di questi presunti riciclaggi: indicano il numero della porzione di bobina madre dalla quale vengono ricavati cinque o sei rotoli per il confezionamento dei cartoni di latte e di altri alimenti, oppure servono per gestire altri aspetti della tracciabilità del prodotto. Lo spiegava già all'epoca la Tetra Pak Italiana. Anche il Codacons ha smentito l'allarme, chiarendo oltretutto che "la pastorizzazione del latte scaduto è un atto illecito e nessun produttore di latte è autorizzato a tale pratica". Quindi non è vero che è ammessa "per legge" come sostiene l'appello.
Purtroppo l'allarme è stato diffuso da molti senza prendersi la briga di informarsi, probabilmente perché un appello del genere fa leva sulle diffuse paranoie nei confronti dei processi industriali e sulla gratificazione di mostrare agli altri di saperne di più".
martedì 14 giugno 2011
L'etichetta del latte
Provate a rivoltare una busta di tetrabrick di latte parzialmente scremato a lunga conservazione e a leggere i numeri da 1 a 5 che vi sono sotto, alla base. Noterete che raramente ci sono tutti e 5 i numeri presenti, ma ne manca qualcuno. Se, per esempio, manca il numero 2 vuol dire che il latte presente in quella busta, ormai scaduto e invenduto, è stato ribollito due volte a 190 gradi e rimesso in commercio. È sano e legale, ma se già all’origine un latte parzialmente scremato a lunga conservazione è quasi privo di valori nutritivi e sapore, figuriamoci dopo che è stato ribollito due o più volte. Nei supermercati ci sono spesso offerte sul latte parzialmente scremato a lunga conservazione con sconti consistenti, anche del 50 per cento. Prima di acquistare controllate sotto la busta di cartone e scegliete solo quelli con tutti i numeri, da 1 a 5, presenti. Così, almeno siete sicuri che il latte non è stato ribollito, fino a 5 volte. È, solo un esempio del vasto problema delle etichettature degli alimenti che è bene imparare a conoscere per salvaguardare la nostra salute e imparare a mangiare cibi sani.
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