Un esperimento
tecnologico e relazionale costruito con materiali ecocompatibili e spazi di comunicazione
per l’integrazione
La mensa è insonorizzata e utilizza solo prodotti di stagione
della filiera corta a chilometro zero. La luce si accende solo al passaggio di
una persona e si spegne se si allontana: per i bambini è una sorta di magia. Le
tende, quando tira forte il vento, si chiudono da sole, azionate da un sensore:
non è un gioco, ma pura tecnologia. Il riscaldamento c’è, ma non si vedono
termosifoni né tubi: il calore scende dal soffitto. I materiali sono
ecocompatibili e la luce arriva dal fotovoltaico per un’autonomia energetica
completa. Le classi sono high-tech con le lavagne multimediali per collegarsi a
Internet, scrivere e vedere video. Non è un film di fantascienza, ma il plesso
della scuola primaria Martin Luther King, il primo dei quattro lotti previsti
dall’ambizioso progetto di edilizia scolastica di Maiolati Spontini. Siamo in
provincia di Ancona, in leggera collina, con 6400 abitanti quasi totalmente
residenti nella frazione di Moie in pianura. Qui ha sede la scuola del futuro
che usa i rifiuti del passato, perché l’edificio avveniristico è costruito
grazie ai ricavi dello stoccaggio dell’immondizia. Funziona in questo modo: il
comune di Maiolati Spontini raccoglie i rifiuti misti e quelli industriali non
pericolosi dei paesi limitrofi. Il pattume vale dai 10 ai 15 euro a tonnellata.
Il bilancio complessivo del 2011 vede nella voce “entrata” più di 12 milioni di
euro, di cui più di 3 milioni e 700 mila
provengono dai profitti della discarica. Obbligatoriamente i ricavi
devono essere investiti in beni pubblici e il comune ha pensato bene di trasformare
i rifiuti in risorsa reinvestendo tutti i ricavi che provengono dalla discarica
nell’istruzione.
Ne nasce una scuola di una bellezza difficile da descrivere,
curata nei dettagli anche dal punto di vista pedagogico. Tutte le pareti sono
costellate di percorsi didattici, gli appendiabiti sono a forma di foglia,
l’ingresso è segnato da sentieri adatti ai bambini con passaggi pedonali che
non incrociano mai i veicoli. I corridoi diventano non delle anonime e opache
pareti, ma spazi di relazione, che con l’aiuto di grafica, testi, proverbi
veicolano messaggi come il rispetto degli altri, l’integrazione e l’educazione
ambientale: il tutto realizzato con simboli, stile e modalità adatta ad una
comunicazione leggera, giocosa e stimolante. Inoltre un sistema di pittogrammi
fotografici rende indipendenti i bambini della prima classe, che non sono
ancora in grado di leggere e scrivere. «I bambini – spiega la maestra Mara
Ballarini – sono molto contenti della novità perché attratti dalla tecnologia
che vivono come un gioco. Una scuola piacevole, calda, accogliente, favorisce
l’apprendimento e trasmette una maggiore serenità». L’intero progetto è stato
ideato per instaurare un dialogo con il paesaggio circostante, naturale e
artificiale. Con una spesa iniziale di 3,4 milioni di euro, sono stati
completati i primi lavori della costruzione per 326 alunni divisi in 15 classi.
A breve ricominceranno i lavori per la scuola media con sette laboratori,
un’aula magna e una palestra. La scuola perfetta esiste.
Nessun commento:
Posta un commento