lunedì 24 giugno 2013

Io condivido il cibo



Un nuovo modo per combattere gli sprechi e aiutare chi ha più bisogno. Quello che colpisce appena si entra nel sito web è la frase «condividere il cibo è un atto d’amore». Ed è proprio vero, anche se si pensa che ogni anno in Italia si buttano via 12,3 miliardi di euro di cibo e più della metà può essere recuperato. Sicuramente nelle dispense delle nostre cucine ci sono alcuni alimenti che non riusciamo a consumare. E intanto si avvicina la data di scadenza, ma il suo destino è segnato nel cestino dei rifiuti. E invece potrebbe essere destinato ad altro, come ad esempio al “dono”.
Pensiamo alle infinite dispense degli alberghi italiani, dove spesso non vengono utilizzati tutti gli alimenti a disposizione e quanti pensionati e famiglie non riescono più ad arrivare a fine mese e hanno difficoltà nel fare la spesa! L’esperienza della piattaforma web per condividere il cibo in eccesso è partita in Germania qualche mese fa, dove un gruppo di persone ha dato vita ad un’associazione per dare un contributo alla lotta agli sprechi. In sei città tedesche nel dicembre scorso è partita la piattaforma web dove poter avviare lo scambio gratuito dei cibi in eccesso. Nella prima settimana di attività lo hanno usato più di 2500 persone.
In Italia invece quattro giovani catanesi hanno inventato il sito web “I food share”, io condivido il cibo. Il meccanismo di scambio è molto semplice: una volta che ci si è registrati, si può inserire la propria offerta alimentare e il sistema automaticamente la pubblicherà con la città di riferimento dove il prodotto è disponibile, la sua data di scadenza e i riferimenti del donatore. Chi desidera richiedere una “cesta alimentare”, non dovrà fare altro che mettersi in contatto con il donatore attraverso un sistema di messaggistica interna e concordare le modalità di ritiro. Possono registrarsi tutti: singoli cittadini, rivenditori, produttori, aziende. Chiunque può essere donatore. Tra i destinatari si trovano ong, parrocchie, associazioni, ma soprattutto persone bisognose. 

                                                                         Lorenzo Russo

venerdì 7 giugno 2013

Energia quasi zero



Lombardia all’avanguardia nella costruzione di edifici a basso impatto ambientale

Riqualificazione energetica degli edifici, per rilanciare il settore delle costruzioni contro la crisi. In Lombardia non si scherza. Ma a dare le indicazioni è l’Unione europea che prevede che entro il 2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere a energia “quasi zero”  (data anticipata al 2018 per gli edifici pubblici). L’obiettivo della Lombardia è quello di anticipare la data al 2015, sia per gli edifici pubblici che privati. Una meta abbastanza ambiziosa, ma non impossibile, visto che allo stato attuale la regione ha raggiunto il record di mille edifici certificati secondo la classe energetica A+ (che identifica il concetto di Edificio a “Energia quasi zero” introdotto dalla direttiva europea 2010/31/Ue), mille edifici rilevati dai dati del catasto energetico edifici regionale (Ceer), sviluppato e gestito da Finlombarda S.p.A. per conto di Regione Lombardia. Il 90 per cento ha carattere abitativo e il restante 10 per cento ha destinazione d’uso non residenziale (cioè uffici e ad attività commerciali e industriali).
Per quanto riguarda la collocazione di questi edifici, una maggiore concentrazione si evidenzia nelle aree più popolose: al primo posto la provincia di Milano (25 per cento del totale), seguita dalla provincia di Brescia (21 per cento del totale) e dalla provincia di Bergamo (14 per cento del totale). Nonostante l’andamento verso un’alta prestazione energetica, a prevalere sono purtroppo ancora gli edifici certificati secondo la classe energetica più bassa, “G”, pari a oltre la metà del totale degli edifici lombardi certificati (dal 2007 sono oltre un milione).

Finlombarda S.p.A. con il contributo scientifico del Dipartimento di Scienza e tecnologie dell’ambiente costruito (Best) del Politecnico di Milano, ha raccolto 29 esempi di edifici energeticamente virtuosi in cui sono dettagliate le tipologie edilizie e destinazioni d’uso. Da questa raccolta è nata la Photogallery Cened, consultabile sul portale dedicato alla certificazione energetica degli edifici (www.cened.it), dove è possibile accedere a schede dettagliate corredate di foto e descrizioni delle soluzioni impiantistiche e architettoniche dei vari edifici, selezionabili per provincia, comune e classe energetica (A+, A e B) di appartenenza.