Una nuova invenzione tutta italiana entrerà a far parte del
mondo della pesca. Un’innovazione che ha scalato la vetta della classifica in
Europa su 180 proposte arrivate. A breve le cassette di polistirolo che
contengono il pescato dai mari dell’Unione europea verranno sostituite da
quelle biodegradabili. In Italia si pensi che ogni anno nel settore ittico circa
10 milioni di cassette in polistirolo diventano rifiuto indifferenziato che va
nelle discariche (italiane o estere), facendo lievitare i costi di smaltimento
e causando un elevato livello di inquinamento per l’ambiente. Molto spesso,
purtroppo, alcune di queste cassette le ritroviamo in mare o sulle nostre
spiagge d’inverno e lì rimangono a meno che qualcuno di buon senso non le
raccolga e le porti al posto giusto. Nei mari d’Italia si contano fino a 27 rifiuti galleggianti
ogni chilometro quadrato. È quanto emerge da uno studio di Goletta Verde di
Legambiente con l’Accademia del Leviatano dell’estate 2014. «Tutto è nato da un
progetto finanziato dal Fondo europeo per la pesca 2007-2013 – spiega Marco
Benedetti, ricercatore e R&D Sviluppo prodotti di Green Evolution, società
che ha aderito al Manifesto di Chimica Verde Bionet sullo Sviluppo Sostenibile
–, in base al quale è stato chiesto di individuare un materiale alternativo al
polistirolo per realizzare le cassette destinate alla conservazione del pesce.
180 le soluzioni presentate per il progetto. Il Polypla, materiale totalmente
realizzato con materie prime naturali biodegradabili, è stato considerato il
più adatto a questo specifico utilizzo». La cooperativa marchigiana che ha
ideato la cassetta totalmente biodegradabile la illustrerà nei prossimi saloni
dedicati alla bioeconomia (BioEnergy Italy) in programma a Cremona dal 25 al 27
febbraio.
Il problema è però il costo: nel caso specifico delle
cassette ittiche parliamo di un valore doppio rispetto a quelle in polistirolo.
Ma se si calcolano i costi del trasporto necessario al conferimento delle
cassette alla discarica e quelli relativi al loro smaltimento, si fa presto a
stabilire che il maggior costo iniziale delle cassette in bio-based
viene ampiamente coperto dal risparmio che se ne ricava utilizzandole e
riciclandole.
Lorenzo Russo
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