L’economia
è uno specchio delle virtù e dei vizi dei popoli, delle comunità, delle
famiglie, delle persone. Per conoscere una persona veramente, occorre vederla
mentre lavora, o mentre risparmia e consuma. Non conosciamo i nostri amici solo
perché facciamo insieme feste e pranzi: non entriamo veramente negli altri se
non li vediamo anche muoversi nella loro vita economica, che è uno dei luoghi primari
degli esseri umani. Noi ci riveliamo a noi stessi e agli altri nell’amare, nel
pregare, ma anche nel lavorare. Ecco perché quando un giovane resta fuori dal
mondo del lavoro, non solo perde occasioni preziose per imparare un’attività
(che si impara solo lavorando, non a scuola né all’università) e per
guadagnarsi da vivere. Lo priviamo anche della possibilità di conoscere i suoi
talenti, di scoprire chi è, di essere stimato e di stimare gli altri, di far
emergere i suoi limiti e le virtù nascoste anche a lui stesso.
Non
capiamo l’economia se non prendiamo sul serio tutti i vizi e tutte le virtù
degli uomini, delle imprese, delle istituzioni, della nostra società....(continua)
Luigino Bruni
L'articolo completo sulla rivista Città Nuova di aprile 2016
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