Il rapporto Censis fotografa l’Italia. E il ritratto non è
dei migliori. Fuori fuoco appaiono gli orizzonti e non si intravede una rosea aurora. La prospettiva di una vita più sobria non è solo uno stile di vita
voluto ma spesso una necessità forzata. In due anni, due milioni e mezzo di
famiglie hanno venduto oro e gioielli, l’86 per cento ha eliminato gli sprechi
e gli eccessi e il 73 per cento compra con le offerte. Il 62 per cento ha
ridotto gli spostamenti in auto, si prendono più mezzi pubblici e sono state
acquistate tre milioni e mezzo di biciclette: un vero boom. Crescono anche gli
orti e gli ortaggi coltivati in proprio: due milioni e 700 mila italiani lo
fanno e ogni giorno si nutrono con i loro prodotti. 11 milioni si preparano in casa yogurt, pane
e conserve.
Risparmio, rinuncio, rinvio sono le tre erre, secondo il Rapporto
Censis 2012, che contraddistingue lo stato d’animo degli italiani. Si mettono
dei soldi da parte, per chi ci riesce, per timore del futuro, della perdita del
proprio lavoro, dell’aggravarsi della crisi, rinuncio a fare delle spese
inutili e non necessarie e rinvio spese che sarebbero utili, un mobile per la
casa, un’automobile, vestiario. In attesa di tempi migliori e di dover
affrontare dei rischi minori mettendosi su un’altra rata o un mutuo si resta
sospesi: «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» ‒ scriveva il poeta
Ungaretti. «Ci vuole un po’ più di progetto ‒ dice Giuseppe De Rita, presidente
del Censis ‒ , di speranza per il futuro, un po’ più di curiosità di andare a
vedere il nuovo». Che cadano, dunque, le foglie della società dei consumi, la brama
di cose che non danno gioia per scoprire del nuovo: cittadini più consapevoli,
imprese con la capacità di reinventarsi e innovare, un mercato e un
capitalismo più solidali.
Nessun commento:
Posta un commento