mercoledì 12 dicembre 2012

Risparmio, rinvio, rinuncio



Il rapporto Censis fotografa l’Italia. E il ritratto non è dei migliori. Fuori fuoco appaiono gli orizzonti e non si intravede una rosea aurora. La prospettiva di una vita più sobria non è solo uno stile di vita voluto ma spesso una necessità forzata. In due anni, due milioni e mezzo di famiglie hanno venduto oro e gioielli, l’86 per cento ha eliminato gli sprechi e gli eccessi e il 73 per cento compra con le offerte. Il 62 per cento ha ridotto gli spostamenti in auto, si prendono più mezzi pubblici e sono state acquistate tre milioni e mezzo di biciclette: un vero boom. Crescono anche gli orti e gli ortaggi coltivati in proprio: due milioni e 700 mila italiani lo fanno e ogni giorno si nutrono con i loro prodotti.  11 milioni si preparano in casa yogurt, pane e conserve.
Risparmio, rinuncio, rinvio sono le tre erre, secondo il Rapporto Censis 2012, che contraddistingue lo stato d’animo degli italiani. Si mettono dei soldi da parte, per chi ci riesce, per timore del futuro, della perdita del proprio lavoro, dell’aggravarsi della crisi, rinuncio a fare delle spese inutili e non necessarie e rinvio spese che sarebbero utili, un mobile per la casa, un’automobile, vestiario. In attesa di tempi migliori e di dover affrontare dei rischi minori mettendosi su un’altra rata o un mutuo si resta sospesi: «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» ‒ scriveva il poeta Ungaretti. «Ci vuole un po’ più di progetto ‒ dice Giuseppe De Rita, presidente del Censis ‒ , di speranza per il futuro, un po’ più di curiosità di andare a vedere il nuovo». Che cadano, dunque, le foglie della società dei consumi, la brama di cose che non danno gioia per scoprire del nuovo: cittadini più consapevoli, imprese con la capacità di reinventarsi e innovare, un mercato e un capitalismo più solidali.

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