Asflati più duraturi e meno rumorosi, delimitatori di corsia,
dissuasori di sosta, ma anche campi da calcio, piste di atletica,
lampade per la scrivania… sono alcuni esempi di migliaia di prodotti che
si possono realizzare con la gomma dei pfu, ovvero gli pneumatici
giunti a fine vita. Quando queste gomme non hanno più le caratteristiche
idonee alla circolazione su strada, vengono tritate e trasformate in
minuscoli granuli (inferiori al millimetro), pronti così per essere
trasformati in altri prodotti.
Ecopneus, società senza scopo di
lucro e principale responsabile della gestione di raccolta e recupero
dei pfu in Italia, promuove la diffusione dei prodotti contenenti gomma
riciclata dagli pneumatici. Conta tra i soci, 59 aziende produttrici e
importatrici di pneumatici in Italia e dal 2011 è impegnata nella
riconversione dei pfu, curandone la raccolta e il recupero. Sul proprio
sito web (www.ecopneus.it) è disponibile un catalogo liberamente
consultabile, con marca e prezzo. Sono prodotti che trovano moltissime
utili applicazioni in settori anche molto diversi tra loro come quello
delle infrastrutture viarie, dell’arredo urbano e dello sport. Troviamo
ad esempio pannelli per l’isolamento acustico e termico, le
pavimentazioni antiscivolo per il bordo piscina, i tappeti antitrauma
per le aree gioco dei bambini, ma anche accessori per l’ufficio come le
penne, il portapenne da scrivania, le cartelle porta documenti o la
lampada da tavolo.
Di recente il ministero dell’Ambiente ha firmato
un protocollo d’intesa con Ecopneus, prefettura e comune di Napoli, con
l’obiettivo di ripulire l’intera area del comune dove giacciono
pneumatici abbandonati. Un’area colpita da roghi tossici di rifiuti,
alimentati proprio dai pfu. Un’attività illegale in forte aumento che
distrugge uno dei territori più belli d’Italia.
Ecopneus è stata
scelta come partner del ministero dell’Ambiente grazie non solo
all’efficienza dimostrata nel primo periodo di attività ma anche
all’impegno costante nella tutela del territorio italiano, avendo già
recuperato circa 20 mila tonnellate di pfu abbandonate illegalmente in
alcune aree industriali di Ferrara, Buccino (Sa), Oristano e Olbia nel
corso del 2012, e a Poviglio (Re) e Aulla (Ms) nei primi mesi del 2013.
Lorenzo Russo
Nessun commento:
Posta un commento