giovedì 24 luglio 2014

Sostiene Ernesto




Io ci sto… a vivere con sobrietà.
Sobrietà è la conseguenza naturale dello spirito di restituzione.
Sobrietà nel mangiare, nel vestire, nel modo di spendere, nel mio tempo libero. Sobrietà è non sprecare nulla, consumare solo il necessario, rispettare la natura. Sobrietà è rifiutare la logica dello sballo e l’uso di qualsiasi droga - anche solo di uno spinello - perché manda in fumo le mie potenzialità, mi rende schiavo e finanzia le mafie.

Sobrietà nel rapporto con gli altri è vivere ogni legame nell’autenticità e rispettando
la libertà dell’altro, non tradire la fiducia di nessuno, non scendere a compromessi per rincorrere il successo personale. Sobrietà, a partire dal linguaggio, è amare la semplicità che non fa sentire nessuno escluso. Sobrietà è sapere che ogni mia scelta è un voto dato all’avidità o alla condivisione.

Ernesto Olivero

mercoledì 23 luglio 2014

L’orto in tasca


Esiste una App per sapere quali sono le aziende agricole più vicine, conoscere il prezzo dei prodotti e recensire le aziende.
Tutto è partito a fine 2012 da una grande arrabbiatura: quando Eva De Marco, 36enne ingegnere udinese, è andata inutilmente alla ricerca di un mercatino di prodotti agricoli a km 0 che avrebbe dovuto trovarsi in una certa piazza invece deserta, si è trovata a chiedersi se non esistesse una app per smartphone che consentisse, una volta localizzata la propria posizione tramite gps, di sapere dove fossero le aziende agricole e i mercati più vicini.
Così, «dato che nessuno l’aveva ancora messa a punto, ho deciso di farlo io»: ed avviata una campagna di crowdfunding, raccolta fondi su Internet, che le ha consentito di procurarsi i 7 mila euro necessari, a marzo 2013 ha fondato “l’Orto in tasca”, e a maggio è arrivata la app scaricabile gratuitamente.
Il principio è semplice: le aziende agricole interessate vengono recensite dal sistema, al quale la app si appoggia per fornire la localizzazione di quelle più vicine. Prima di acquistare è possibile confrontare i prezzi, leggere le opinioni degli altri utenti sull’azienda a cui ci si sta per rivolgere, recensirla a propria volta, e creare gruppi di acquisto solidale tramite Facebook.
Sinora la app è stata scaricata da circa 8 mila utenti, e sono 800 le aziende in tutta Italia che hanno aderito. «Il settore però deve ancora comprendere – spiega la De Marco – molte aziende  che sono a conduzione familiare e fanno ancora capo alla vecchia generazione, che nemmeno sa cos’è uno smartphone». Per questo ha avviato contatti con le associazioni di categoria per sensibilizzare i produttori. Del resto, anche questo è un investimento per le aziende: «A fronte di un abbonamento di circa 20 euro al mese, meno di qualsiasi campagna pubblicitaria, i produttori vengono inseriti in una rete che può dar loro sempre maggior visibilità: ma purtroppo l’agricoltura fatica a diventare 2.0».
Intanto però i riconoscimenti arrivano: «A novembre abbiamo partecipato al tavolo giovani e lavoro a Milano – racconta – e poi a quello sull’agroalimentare a gennaio, dove abbiamo presentato il nostro progetto ad aziende e istituzioni in vista dell’Expo 2015. A luglio saremo al ReStart Up della Fondazione Garrone, sull’Appenino ligure, a cui sono state invitate a portare la loro esperienza 15 aziende che hanno avviato buone pratiche nel settore del turismo e dell’agroalimentare».
Diverse idee poi bollono in pentola: dal mettere in rete anche le cooperative sociali, che si occupano dell’inserimento lavorativo in questo settore di persone disagiate, a vari progetti per rendere più interattiva la app stessa. Una app che per i consumatori, e per le famiglie in particolare che magari acquistano quantitativi notevoli di prodotto, può portare vantaggi significativi: «Rivolgendosi direttamente al produttore, si taglia la filiera ottenendo prezzi più bassi – osserva la De Marco –. O ancor più creando dei Gas: diversi amministratori di condominio mi hanno riferito che gli inquilini hanno usato la app per questo».
Tutte le informazioni sono disponibili su www.ortointasca.it

Chiara Andreola


mercoledì 9 luglio 2014

Cibo e inquinamento



 Lo spreco alimentare comincia a venire arginato, ma solo sul fronte domestico. Quattro consumatori su cinque prima di gettare gli alimenti scaduti ci pensano due volte, assaggiandoli per vedere se il consiglio di consumarli entro una certa data è valido. Un considerevole passo in avanti rispetto ai tre italiani su cinque dello scorso febbraio. Questo risultato emerge dal sondaggio Waste Watcher, l’Osservatorio nazionale sugli sprechi istituito dal ministero dell’Ambiente e avviato da Last Minute Market con l’istituto di ricerca Swg.
L’80 per cento degli italiani cerca di ridurre lo spreco alimentare a casa propria, esercitando una maggiore attenzione prima di buttare via gli alimenti. Poco più della metà (52 per cento) ritiene che lo spreco incida solo in misura marginale sulla qualità dell’ambiente, mentre il 43 per cento degli italiani è consapevole che ci sia un forte legame fra spreco alimentare e ambiente. Questi dati dimostrano che c’è ancora molta strada da fare. Soprattutto i giovani sono ancora poco attenti e sensibili alle questioni legate allo spreco alimentare e ambientale.Prendendo in considerazione il solo spreco domestico in Italia (8,7 miliardi di euro l’anno), risulta che ogni mese viene gettato nella spazzatura assieme cibo avanzato o scaduto per un valore di circa 30 euro a famiglia. Altri 3,5 miliardi di euro di cibo annui si buttano via se si tengono in considerazione anche gli sprechi nella produzione agricola e industriale e nella catena della distribuzione.
«In una società colpita dalla crisi economica, in cui la carenza di alimenti arriva a riguardare strati sociali impensabili fino a qualche tempo fa, lo spreco è una pratica ancor più ingiustificabile. – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti –. C’è una questione morale, prima di quella economica, che riguarda tutti: dai grandi produttori a ogni singolo cittadino. Dobbiamo passare dalla logica perversa dello spreco alla cultura del riutilizzo, partendo dall’educazione ambientale nelle scuole e da regole chiare per tutti. Il semestre europeo e l’Expo 2015 saranno due occasioni fondamentali per dimostrare l’impegno del governo su un tema decisivo per la tutela dell’ambiente e per lo sviluppo del Paese».