«Avendo iniziato, nostra figlia, la scuola elementare, si è subito presentata la questione delle feste di compleanno e quindi dei regali. Aveva suscitato in me molto interesse la scelta di una mamma che, anche per motivi economici, non comprava regali, ma faceva fare dei lavoretti ai figli per il festeggiato o per la festeggiata. Ho colto in questo atteggiamento la possibilità di portare avanti valori – e non consumismo – e un’occasione di educare i nostri figli a ciò che è importante nei rapporti. Parlando con gli altri genitori, sono emerse le implicazioni di una scelta del genere. Le feste di compleanno sarebbero state, per il bambino, solo gioiosa attesa per stare insieme agli amici e non attesa di regali. Non ci sarebbe più stata una certa “classificazione” dei compagni sulla base del regalo più azzeccato. Poi, preparare con le proprie mani e la propria fantasia – che poi diventa “cuore” –, una sorpresa alimenta nel bambino la capacità di voler bene all’altro, bello o brutto che sia, uguale o diverso, simpatico o anche un po’ antipatico. Infine, ma non per ultimo, sarebbe stato un modo per aiutare i nostri figli a “svincolarsi” dalla mentalità consumistica che ci opprime. «Tutte queste motivazioni meritavano, quindi, una riunione tra genitori! Così, un giorno, ci siamo ritrovati e chi non è potuto venire ha mandato una lettera con il proprio pensiero, o telefonato. Non è stato difficile trovare un accordo: niente regali “comprati”, ma lavori fatti dagli stessi bambini.
«La prima festa di compleanno fatta secondo il nuovo “stile” è stata proprio una sorpresa per tutti: sulla parete del salotto di R. c’erano disegni, poesie e persino un acquario tridimensionale con pesci, alghe e stelle marine! Dei veri capolavori!».
Etta
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