martedì 19 giugno 2012

Il centro estivo


Estate, tempo di scuola. Mentre le campanelle intonano gli ultimi rintocchi, gli uffici restano aperti e i bambini non si sa a chi affidarli. Il periodo prima delle vacanze di famiglia, per chi le può fare, sono tra i più esosi dell’anno. Lasciamo da parte i fortunati, quelli provvisti di nonni e affini che possono scarrozzare i figli. Noi altri dobbiamo arrangiarci, a patto di avere un portafoglio ben guarnito. Le baby sitter sono la soluzione più comoda ma più esosa. I bambini non si devono alzare presto al mattino, restano in casa e si possono finalmente rilassare dopo un anno stressante anche per loro. Le controindicazioni sono i costi e la noia. Dopo poco i bambini sono come leoni in gabbia per le poche attività che possono fare all’aperto.
L’unica soluzione resta il centro estivo. Ce ne sono di molte fatture e prezzi. Bisogna, in ogni caso controllare la struttura prima di iscrivere i propri figli. Che ci siano ampi spazi all’aperto e zone d’ombra. Verificare che non ci sia un programma di attività troppo intenso ma che ci siano degli spazi destrutturati di gioco libero per sviluppare la fantasia e le relazioni. Un altro elemento decisivo è valutare la proporzione tra il numero dei bambini e degli educatori. È opportuna la presenza di qualche amico insieme alla possibilità di fare nuove conoscenze.
La nota dolens sono i costi. Si calcola una media di 130 euro a settimana per figlio. Ci sono anche attività molto stimolanti, come il Bioparco a Roma, l’Acquario a Genova, il museo Muba a Milano, il campus delle stagioni a Napoli, i campi scuola settimanali nei parchi naturali Lame Belice e Lamasinata a Bari. Le controindicazioni dei centri estivi sono nel numero spesso insufficiente degli educatori rispetto ai bambini presenti, il gran caldo sofferto in alcune strutture e il fatto che i nostri figli tornino a casa distrutti.
Dove veramente si risparmia è negli oratori parrocchiali. Nel mio quartiere i centri estivi oscillano tra i 120 e i 150 euro a settimana, in parrocchia il costo è 80 euro a settimana o 25 al giorno. A Milano, nell’oratorio estivo della diocesi, chiamato PassPartù, si paga 30 euro al giorno pasto compreso e nei Grest e nei classici oratori si arriva anche a 10 euro a settimana , con 2 ore pin più al giorno per i pasti.
Del resto anche la scuola dell’obbligo, di fatto, non è più gratuita con una serie infinita di spese accollate direttamente alla famiglia. Rilassiamoci.

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