Estate, tempo di scuola. Mentre le campanelle intonano gli
ultimi rintocchi, gli uffici restano aperti e i bambini non si sa a chi affidarli.
Il periodo prima delle vacanze di famiglia, per chi le può fare, sono tra i più
esosi dell’anno. Lasciamo da parte i fortunati, quelli provvisti di nonni e
affini che possono scarrozzare i figli. Noi altri dobbiamo arrangiarci, a patto
di avere un portafoglio ben guarnito. Le baby
sitter sono la soluzione più comoda ma più esosa. I bambini non si devono alzare
presto al mattino, restano in casa e si possono finalmente rilassare dopo un
anno stressante anche per loro. Le controindicazioni sono i costi e la noia. Dopo
poco i bambini sono come leoni in gabbia per le poche attività che possono fare
all’aperto.
L’unica soluzione resta il centro estivo. Ce ne sono di
molte fatture e prezzi. Bisogna, in ogni caso controllare la struttura prima di
iscrivere i propri figli. Che ci siano ampi spazi all’aperto e zone d’ombra.
Verificare che non ci sia un programma di attività troppo intenso ma che ci
siano degli spazi destrutturati di gioco libero per sviluppare la fantasia e le
relazioni. Un altro elemento decisivo è valutare la proporzione tra il numero
dei bambini e degli educatori. È opportuna la
presenza di qualche amico insieme alla possibilità di fare nuove conoscenze.
La nota dolens
sono i costi. Si calcola una media di 130 euro a settimana per figlio. Ci sono
anche attività molto stimolanti, come il Bioparco a Roma, l’Acquario a Genova,
il museo Muba a Milano, il campus delle stagioni a Napoli, i campi scuola settimanali
nei parchi naturali Lame Belice e Lamasinata a Bari. Le controindicazioni dei
centri estivi sono nel numero spesso insufficiente degli educatori rispetto ai
bambini presenti, il gran caldo sofferto in alcune strutture e il fatto che i
nostri figli tornino a casa distrutti.
Dove veramente si risparmia è negli oratori parrocchiali.
Nel mio quartiere i centri estivi oscillano tra i 120 e i 150 euro a settimana,
in parrocchia il costo è 80 euro a settimana o 25 al giorno. A Milano,
nell’oratorio estivo della diocesi, chiamato PassPartù, si paga 30 euro al giorno
pasto compreso e nei Grest e nei classici oratori si arriva anche a 10 euro a settimana , con 2 ore pin più al giorno per i pasti.
Del resto anche la scuola dell’obbligo, di fatto, non è più
gratuita con una serie infinita di spese accollate direttamente alla famiglia. Rilassiamoci.
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