Per stare al passo con i tempi, tutto si fa online. Qualsiasi motore di ricerca vi restituirà una serie di siti su cui è possibile fare le vostre offerte, rispondere a quelle di qualcun altro, inserire la vostra “lista dei desideri” (cose che desiderereste ricevere) e altro ancora: è sufficiente registrarsi. Alcuni (come www.baratto-online.com) prevedono anche la possibilità di inserire una valutazione monetaria delle offerte; altri quella di “valutare” gli utenti con cui si è barattato in passato, così che altri possano avere un’idea della loro affidabilità.
Già, perché il problema è essere sicuri di non incorrere in un “bidone”. Il metodo migliore è incontrarsi di persona – cosa che, secondo il sito zerorelativo.it, ha «un alto valore educativo». Altrimenti non resta che il corriere postale. Zerorelativo mette a disposizione anche il servizio di “barter (barattatore) viaggiante”: membri della community che, in occasione di un viaggio in un’altra città, si offrono di trasportare gratuitamente gli oggetti da barattare. A spedire per primo è il barter che ha meno feedback, ossia meno valutazioni da parte degli altri utenti; ma resta comunque quella dose di imponderabile, che costringe a tirare fuori quel po’ di fiducia nel genere umano che ancora ci è rimasta. Forse è questo che stiamo cercando: passare dall’asetticità del denaro al contatto diretto con le persone, nella consapevolezza che nello scambio è insita una dimensione umana ancor prima che economica.
Chiara Andreola
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