mercoledì 23 marzo 2011
L'esperienza di Mario sui G.a.s
Un lettore, Mario, ci scrive, descrivendo la sua esperienza negativa ad un G.a.s. La riportiamo per intero, sottolineando che per fare un buon G.a.s. ci vuole un incremento della parola solidale. Solidarietà a 360 gradi non solo verso i produttori, verso gli amici che vi partecipano, ma anche l'apertura verso i più poveri che ci sono attorno o in Paesi lontani.
Mario: "Ho provato ha frequentare un G.A.S. ed ho trovato un ambiente poco critico. A me è sembrato che non tutte le scelte che si facevano erano opportune e, ad esempio, la solidarietà erano a senso unicoverso i produttori. I prezzi, inoltre erano molto superiori ai negozi tenendo conto che si compra direttamente dal produttore(nel passaggio dal produttore al grossista si aumenta del 30 per cento al dettagliante del 30 per cento senza considerare il trasporto). Faccio anche alcuni esempi: prugne biologiche (non hanno bisogno di alcun trattamento!), pomodori di pessima qualità al prezzo di un”cuore di bue”, carote che se le vedi in negozio le lasci lì. Insomma mi sono disamorato e ho lasciato perdere".
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