venerdì 1 luglio 2011

Il mistero svelato delle etichette

Come uscire sani da un supermercato in poche mosse, qualche lettura e sette regole d’oro

Le etichette dei prodotti alimentari rappresentano i codici di lettura per decifrare cosa mangiamo e beviamo. Ma se si è analfabeti, a cosa servono? Un rapido corso per imparare a leggere lo fornisce Quello che le etichette non dicono di Pierpaolo Corradini per i tipi della Emi. Il libro, divulgativo, scorrevole e informale, per rendere i contenuti più digeribili, è una sorta di visita virtuale ad un supermercato tipo in cui si passano in rassegna i reparti principali con tanto di istruzioni per l’uso. Un manuale, insomma, per persone responsabili e consapevoli della salute e della vita sobria. Si passa dalla frutta e verdura alla panetteria e gastronomia, dagli additivi alimentari ai grassi, dai farmaci ai prodotti per la casa.

Tra i tanti enigmi finalmente risolto il mistero dell’etichetta delle uova. Ora so che il primo numero indica il tipo di allevamento: 1 è all’aperto, 2 a terra e 3 in batteria.

Le etichette ci dicono che gli ingredienti sono elencati in ordine di quantità. Se in una scatola di merendine il primo ingrediente è lo zucchero e il secondo è la farina, c’è più zucchero che farina. E, in genere devono essere indicati: il nome, l’elenco degli ingredienti, cioè di qualsiasi sostanza contenuta nell’alimento, il peso, la data di scadenza, ecc…

Ma quello che le etichette non dicono è molto di più. Solo alcuni esempi. Non è mai indicato il tipo di budello utilizzato per i salamini. Può essere naturale, artificiale o sintetico. Sapendo che nei budelli artificiali o sintetici ci possono essere delle sostanze nocive, non sarebbe meglio evitarli se solo fosse indicato nelle etichette? E, per restare al reparto panetteria e gastronomia è meglio scegliere, per via dei sani ingredienti, un pane a lievitazione naturale, cotto a legna e prosciutto crudo. Sugli agrumi troviamo il difenile, l’E230, un conservante presente nelle bucce che non se ne va con nessun tipo di lavaggio. Non usate le bucce nel tè o nelle bevande. E nelle torte o nel limoncello utilizzate solo agrumi biologici. Nel tonno in scatola non deve mai comparire il glutammato l’E621 probabile sinonimo di cattiva qualità del pesce. Da evitare i formaggini e le sottilette fatti con formaggi spesso scarti di lavorazione. E, tutto ciò, non basta perché non sempre le etichette dicono il vero, esistono anche le frodi alimentari. Le più comuni sono le dichiarazioni false in merito alla provenienza, qualità, composizione, caratteristiche di un alimento, l’esaltazione ingannevole di un prodotto e la mancata corrispondenza degli ingredienti dichiarati.

Se, alla fine della lettura del volume, vi sarà passato l’appetito, è un buon inizio. Ma, per ogni alimento, tranquillizzatevi, vale la solita regola: non esagerare. E le etichette più sono semplici, con gli ingredienti essenziali, più il cibo è sano. Le sette regole d’oro di vita sana che l’autore presenta nel libro sono, in sintesi: variare la propria alimentazione, non eccedere con un alimento che si sa dannoso, mangiare verdura, frutta e cereali, ridurre il consumo di sale, bere molta acqua, fare movimento e controllare il proprio peso e scegliere prodotti biologici.



1 commento:

Pierluigi ha detto...

Per lo stile di vita sobrio non sto a "fissarmi" ma a considerare che quello che risparmio, lo posso dare a chi non ha.