Igienizzanti
aggressivi aumentano allergie e stress. Come spendere meno e guadagnare in salute
C’è il detersivo per i piatti, lo spray per la polvere, il
presidio medico chirurgico per i pavimenti, l’anticalcare per le piastrelle e
lo sgrassatore per i fornelli, il disincrostante per il bagno e l’igienizzante
per il bucato. Senza dimenticare l’antigocce per i vetri, il detergente per il
parquet, lo smacchiatore per le camicie e la candeggina per un bianco che più
bianco non ce n’è.
Alzi la mano chi non ha, accanto a bacinelle, stracci e
spugne, una decina di flaconi con proprietà antisettiche, disinfettanti e
antibatteriche. Ebbene, sono tutti (o quasi) tossici e pericolosi. Tempo fa uno
spot televisivo mostrava una mamma col figlio minacciati da panciuti e pericolosissimi
batteri, pronti a saltare sul bambino per spedirlo a letto con un’infezione quantomeno
preoccupante, a meno che la solerte mammina non avesse provveduto a disinfettare
la casa, senza fatica e senza risciacquo. Tutto bene. Anzi, no.
Innanzi tutto, i batteri sono un po’ ovunque e non tutti
sono pericolosi. Se rendiamo le nostre case asettiche come sale operatorie,
rischiamo di incorrere nel superbatterio: quello che avrà resistito a tutti i
prodotti chimici, diventando più pericoloso e difficile da debellare. E i nostri
bambini, oltre ad ingurgitare sostanze tossiche mentre – gattonando – danno
pure una leccatina al pavimento, non si fortificheranno, rischiando di indebolire
il loro sistema immunitario.
Vista la crescita esponenziale di allergie, da tempo i
pediatri denunciano l’eccessivo utilizzo di prodotti chimici per le pulizie.
Intendiamoci bene: la casa va pulita, eccome, anche per evitare le allergie
agli acari. Tuttavia non serve l’armamentario chimico a cui non riusciamo a
rinunciare.
Partiamo dalle lavatrici: l’uso di detersivi, smacchiatori,
igienizzanti e sbiancanti davvero non è necessario. Basta un buon detersivo,
meglio se non inquini troppo, e un risciacquo più accurato. I cicli brevi,
infatti, non eliminano i residui chimici e allora sì che si rischiano pruriti e
dermatiti.
Passando alla lavastoviglie: ma siamo proprio sicuri che il
brillantante non ci faccia gustare, insieme ai manicaretti, anche i rimasugli
chimici appiccicati a bicchieri, piatti e stoviglie? Mangia oggi, bevi domani,
anche quantitativi infinitesimali di detersivo alla lunga possono diventare
tossici.
E chi non intendesse rinunciare a disinfettare abiti e
pavimenti, prima di versare il detersivo sulla spugna farebbe meglio a
riflettere sulle indicazioni riportate sulle etichette: non inalare, non toccare,
non ingerire…
Ma allora come avere case pulite, ridurre i rischi di
allergie e anche (perché no?) risparmiare? C’è chi propone l’utilizzo, sano ed
economico (e particolarmente utile in questi tempi di crisi) di prodotti naturali
(ad esempio, l’aceto come smacchiatore e anticalcare; il bicarbonato per tenere
pulita la lavatrice, lavare frutta e verdura e far brillare i tappeti) e chi punta
su prodotti ecocompatibili e biodegradabili: costano meno e inquinano poco.
L’importante, spiegano anche dall’associazione dei
consumatori Altroconsumo, è non dimenticare che il corpo umano è perfettamente
in grado di difendersi da solo dai microbi che vivono nell’ambiente. Riducendo
l’utilizzo di disinfettanti e antibatterici l’ambiente ci ringrazierà e la
salute nostra e dei nostri figli ne trarrà giovamento.
Sara Fornaro
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