Solo prodotti equo e solidali,
a chilometro zero e da agricoltura biologica. Ma anche altro
Una grande e semplice idea: un bar, luogo di relazioni, per
far conoscere un’economia differente. «Mi trovo a Brasilia ‒ racconta Adriano
Sella, fondatore del movimento Gocce di giustizia ‒ ed entro in un Bar Cultura.
Al primo piano c’è una libreria, al secondo c’è un bar dove si possono leggere
i libri esposti anche senza comprarli».
Tornato in Italia, dopo aver vissuto sulla propria pelle
l’ingiustizia degli altri, decide di far lo stesso. Nasce così il primo Equobar
d’Italia. Capitale d’elezione è Vicenza. Sono passati più di quattro anni dagli
esordi ma le finalità sono le stesse. «L’Equobar ‒ spiega Sella ‒ vende solo
prodotti dell’equo solidale, a chilometro zero e di agricoltura biologica. Sono
i prodotti di un’economia che chiamiamo di giustizia».
Il caffè, le tisane, i succhi, le bevande, anche una
buonissima Cola, sono del circuito equo e solidale. I formaggi, i salumi, i panini,
le bruschette sono prodotti locali della filiera etica, sono a chilometro zero,
cioè provengono da produttori locali che garantiscono prodotti di qualità
pagati ad un prezzo giusto. I prodotti di agricoltura biologica, senza
pesticidi, provengono da varie regioni d’Italia. In un bar sono così disegnati
tre cerchi concentrici con cibi provenienti da produttori locali, nazionali e
mondiali.
Ma il consumare, anche se equo e solidale, non è la cosa più
importante. «Non c’è alcuna pressione al consumo ‒ dice Marzia Lovato,
presidente della cooperativa AlterAttiva, che gestisce il bar ‒; i clienti
possono sfogliare il giornale, giocare a carte, leggere i libri sui nuovi stili
di vita sobri per tutto il tempo che vogliono». È un bar non per tesserati, ma
aperto a tutti per creare aggregazione. Gruppi di amici, associazioni possono ritrovarsi
in una stanza dell’Equobar per le loro riunioni, feste di compleanno, di laurea
e per lanciare nuove band musicali. Appositi eventi culturali, presentazioni di
libri, conferenze sono utilizzati per diffondere i nuovi stili di vita e
conoscere le connesse problematiche sociali, ambientali, ecologiche. Per non
dire della settimana del baratto: di libri e di oggetti. Scambi gratuiti,
naturalmente. All’Equobar, infatti, vige la legge della gratuità. Una
quarantina di volontari di tutte le età su turni di mattina e di pomeriggio
garantiscono l’apertura. Non sono dei professionisti, ma lo stanno diventando. Provate
il cappuccino e crederete.
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